Il Principato di Monaco, sinonimo di eccellenza ed eleganza, pone una nuova luce su di sé attraverso l’impegno nell’essere archetipo in Europa di un nuovo sviluppo sociale e urbano basato sull’ecosostenibilità.

Il Principe Alberto II si pone come obiettivi futuri di ridurre del 55% i gas serra entro il 2030 e di raggiungere la neutralità di carbonio per il 2050.

 

Questi traguardi green coinvolgono cittadini e turisti che per la salvaguardia ambientale partecipano con piccole e grandi azioni che segnano differenza sostanziali nella gestione del territorio.

Queste azioni possono essere effettuate per esempio attraverso l’uso dei mezzi elettrici per esplorare la città, il battello alimentato con l’energia solare o le biciclette elettriche.

La scrupolosa e attenta gestione della ricchezza naturale rappresenta uno dei fondamenti della politica governativa di Monaco.

Il 20% del territorio è coperto da aree verdi popolate da un numero elevato di specie vegetali che richiedono cura, attenzione e protezione.

Proprio per questo motivo la Direzione dell’Urbanistica ha redatto il “Codice dell’albero” un documento volto a riconoscere ed enfatizzare l’importanza degli alberi cittadini per il miglioramento della qualità dell’aria.

La tutela dell’ecosistema si estende anche agli ambienti marini, ad esempio il Santuario Marino Pelagos ovvero un’area sorvegliata per la protezione dei mammiferi del Mar Mediterraneo, ma non solo perché sono state create tre riserve marine:

  • A Larvotto, con 50 ettari di superficie, comprende una prateria di posidonia, pinne comuni e cernie brune.
  • Realizzata nel ’86 sul fondale coralligeno, ha la peculiarità di ospitare il corallo rosso.
  • Una riserva marina educativa per diffondere con consapevolezza l’importanza della protezione del mare.

L’obiettivo di essere una destinazione sostenibile passa anche attraverso il cibo!

Infatti per ottenere il marchio “Restaurant Engagé” le strutture ristorative devono dedicarsi quotidianamente alla lotta agli sprechi alimentari, a differenziare e ridurre i rifiuti, a sostenere le iniziative locali, a diminuire i consumi energetici e idrici, ad utilizzare prodotti km 0 per sensibilizzare maggiormente i clienti sulle tematiche ecologiche.

Ad esempio il Monte-Carlo Bay Hotel & Resort dispone di un orto di 400 mq in cui crescono frutta e verdura biologiche.

 

Se ti capiterà di andare a Monaco, mi raccomando unisciti al motto: Green is the new Glam!

L’idea dello Sleepbox nasce da due architetti russi : Krimov Md e Gorjainov Av.

Letteralmente “la scatola per dormire“, è uno spazio appositamente creato per il viaggiatore che può utilizzarlo per lavorare, rilassarsi o dormire durante la pausa tra uno spostamento e l’altro.

Queste mini camere sono curate nei dettagli e presentano un design innovativo e hi-tech volto a realizzare una particolare cura della privacy, hanno dimensioni che vanno da 2,5 a 3 metri di altezza e fino a circa 4 mq.

Nella sua versione più grande è in grado di ospitare 3 persone, dotato di due letti a castello, un comodino, spazio per i bagagli e prese elettriche per la connessione pc e smartphone.

Tornando alla cura della privacy, lo Sleepbox prevede delle tende elettriche che oscurano le finestre in vetro, mentre all’interno l’illuminazione è totalmente di luci a led.

Gli ultimi modelli prevedono uno schermo touch screen dal quale comandare le funzioni dell’ambiente e un distributore di bibite e snack.

Può essere noleggiato da un minimo di 30 minuti fino a qualche ora, con possibilità di risparmiare nel caso di permanenze più lunghe.

Il primo Sleepbox lo potete trovare presso l’aeroporto internazionale Sheremetyevo di Mosca dal 2011 ed ha suscitato un grande entusiasmo nel pubblico. Sempre a Mosca, vicino alla stazione dei treni e del metro Belorusskiy è stato aperto un vero e proprio hotel Sleepbox.

Complice il clamore del pubblico, gli Sleepbox stanno arrivando in molti altri aeroporti e stazioni.

E tu ne avevi mai sentito parlare?

Che sia per lavoro o per piacere, se ne incontri uno, non fartelo scappare!

 

L’isola fu scoperta dal navigatore portoghese Tristan da Cunha da cui ha preso il nome.

Quando ci si riferisce a Tristan da Cunha, si intende tutto l’arcipelago che comprende:

L’Isola Inaccessibile, L’Isola Nightingale, L’Isola Middle, L’Isola Stoltenhof e L’Isola Gough.

Solo nell’Isola di Tristan da Cunha si trova un piccolo insediamento umano.

Inabitata fino al 1819, ad oggi conta 297 abitanti e riportano gli stessi otto cognomi dei primi residenti: Glass, Swain, Green, Rogers, Hagan, Patterson, Lavarello e Repetto.

Gli abitanti di Tristan da Cunha non sono collegati con il resto del mondo, non hanno il cellulare e la televisione è arrivata solo negli anni Ottanta. Si trovarono costretti all’uso dei soldi per provvedere ai generi alimentari, che vengono importati dal Sudafrica.

La principale fonte di reddito viene dalla vendita di francobolli con il timbro dell’isola che sono richiestissimi dai collezionisti e dalla vendita delle aragoste, considerate tra le più buone del mondo.

In questa isola non esiste criminalità, le porte non hanno chiavi né allarmi né chiusure.

Essendo l’isola più isolata del mondo non è semplice arrivarci:

Occorre prendere un volo per Città del Capo, Sudafrica, successivamente l’ultimo tratto è percorribile esclusivamente via mare, ma non rientra su rotte turistiche o commerciali. Infatti questo tratto è raggiungibile solo pochi mesi all’anno per via dei forti venti. Le navi che partono per Tristan da Cunha sono mercantili, possono imbarcare un massimo di 12 passeggeri e partono una volta a settimana.

Sono la MFV Edinburgh o la MV Baltic Trader, e il biglietto costa circa 500 dollari a tratta, ma non è sufficiente recarsi e imbarcarsi, occorre seguire il protocollo che trovate qui:

Tristan da Cunha Organising a Visit (tristandc.com).

Questa isola oltre che da vedere, è da vivere.

Si possono visitare:

  • La gita sulla cima del vulcano con vista sconfinata sull’oceano intorno;
  • La fattoria del pesce, dove vengono lavorate le aragoste e le coltivazioni di patate;
  • L’unico bar presente – l’Albatross.
  • Centro pubblico che occasionalmente serve cibo – Il Prince Phillip Hall;
  • Tourist Center, dove si possono acquistare i famosi francobolli e oggetti artigianali.

 

Avete presente quelle volte che pensate di voler staccare da tutto e da tutti?

Questo è il luogo che vi prende alla lettera!

Fan dello Spazio, è giunto il vostro momento!

  

Il turismo spaziale è il viaggio umano, per scopi ricreativi e di svago, nello spazio. Potrete provare il brio di essere turisti nello spazio, viaggiare verso una destinazione nel vasto spazio, guardare il lancio di un razzo o osservare le stelle!

Può essere:

  • orbitale ovvero si rimane in orbita, girando continuamente il pianeta ad altissima velocità per non ricadere sulla Terra. Richiede diversi giorni, anche una settimana o più.
  • suborbitale, simile ad un salto spaziale, decolla per poi fare un enorme arco e tornare sulla Terra, senza mai andare in orbita. La durata varia dalle 2 alle 3 ore.
  • lunare, destinazione: La Luna!

Il primo turista spaziale è stato Tito Dennis, un miliardario americano, che al costo di 20 milioni di dollari ha trascorsi otto giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nell’aprile del 2001. Successivamente a lui, ci sono stati altri sei privati cittadini.

Negli anni 2000, il Turismo Spaziale è diventato un settore concreto e reale, cosicché molte aziende sono entrare nel settore per capitalizzare l’interesse pubblico per lo spazio.

Le maggior aziende sono:

  • Virgin Galactic – si occupa dei voli suborbitali ;
  • Blue Origin – si occupa dei voli suborbitali ;
  • SpaceX – stanno dando priorità al turismo lunare e ha consentito il noleggio della sua navicella spaziale Crew Dragon ;
  • Boeing – stanno lavorando sulle missioni orbitali ;
  • Axiom Space –  stanno lavorando sulle missioni orbitali ;
  • Space Perspective – stanno sviluppando un sistema su mongolfiera per trasportare i clienti nella stratosfera e conta di iniziare i suoi voli commerciali per il 2024.

I prezzi per questa esperienza variano dai 125.000 dollari ai 55 milioni ed è questo a rappresentare la barriera più significativa per il turismo spaziale.

Oltre al fattore economico, il turismo spaziale è dannoso per l’ambiente.

Durante la combustione dei combustibili per i missili, i motori a razzo rilasciano gas nocivi e particelle di fuliggine nell’atmosfera superiore, in conseguenza impoverisce l’ozono.

Tuttavia le aziende stanno lavorando sull’utilizzo di motori alimentati a idrogeno liquido, che non emette carbonio, ma si trasforma in vapore acqueo durante la combustione.

L’ultima insidia del turismo spaziale sono gli effetti che potresti avere!

  1. assenza di peso: ricordati che durante un volo suborbitale avrai solo un paio di minuti privi di gravità, ma sarà impressionante!
  2. sindrome di adattamento allo spazio: con sintomi come la sudorazione fredda, malessere, perdita di appetito, nausea, vomito e affaticamento.
  3. forza G. 1G è l’accelerazione che percepiamo dovuta alla gravità, durante un lancio di un razzo è di circa 3G.

Se non ti sei fatto intimorire e se sei affascinato dallo Spazio, questo è proprio il viaggio che fa al caso tuo!

Se sei in cerca di un’esperienza surreale o di un pernottamento particolare, questo articolo fa proprio al caso tuo!

  • MOUNTAIN MAGIC LODGE. Ci troviamo in Cile, nella riserva di Huilo Huilo, una delle zone più pure e selvagge della zona. Questo albergo nasce per rappresentare il simbolo della purezza dell’acqua. L’intero edificio è realizzato con materiali sostenibili ed è ricoperto di fitta vegetazione, è stato lavorato interamente nel dettaglio da artigiani locali con l’utilizzo di legno locale. Visto da fuori avrai l’impressione di trovarti davanti ad una montagna cosparsa di finestre o di una casa degli elfi, a te la scelta! Sarai accolto con una cascata d’acqua che scende dal tetto a forma di cono verde, attraverserai un ponte di legno sorretto da corde robuste, che ti condurrà alla struttura. All’interno troverai vasche idromassaggio, saune, bar e ristorante, ogni stanza riporta il nome di un uccello locale mentre nella zona esterna sono presenti vasche calde ritagliate dai tronchi degli alberi, per poter vivere un’esperienza di puro relax nella natura incontaminata.  
  • TREEHOTEL: THE UFO. Appassionato di X-Files? Sogni di dormire in un’astronave aliena? Nella Lapponia svedese, il TreeHotel ha progettato e creato la struttura a forma di disco volante, la cosa più inaspettata da vedere nella foresta. All’interno dell’UFO sei portato nello spazio con un cielo stellato nel soffitto e un interno strutturato sullo stesso tema. Si entra nell’UFO usando una scala elettrica pieghevole attraverso un portello nel pavimento. La stanza ha piccole finestre che lasciano entrare la luce e ti permettono di guardare fuori. Nasce dall’idea di Kent Lindvall e Britta Jonsson-Lindvall e nel 2010, oltre all’UFO, sono state inaugurate altre quattro strutture ognuna con un design particolare situate tra i 4 e i 6 metri di altezza da terra: The Bird’s Nest – The Blue Cone – The Cabin – The Mirrorcube. Ogni ambiente è composto da zona giorno e notte separate, servizi igienici eco-compatibili, toilette e lavandino. Inoltre tutte le unità hanno l’accesso libero alle saune alimentate a legna, posizionate tra gli alberi di pino.
  • CAPSULE HOTEL ANSHIN OYADO, KYOTO. Nel cuore del quartiere Shimogyo Ward, in Giappone, si trova il Capsule Hotel, se siete claustrofobici forse questa non è l’esperienza giusta per voi. Si, perché le stanze sono come dei loculi che contengono una singola persona. La capsula per dormire è dotata di un tablet PC. I servizi includono anche una sauna nebulizzata e distributori automatici di snack e bevande. L’hotel accetta solo ospiti di genere maschile e si trova a due passi dalla stazione di Shinjuku.
  • KAROSTA PRISON, LETTONIA. Hai mai pensato di dormire in una cella di una vecchia prigione con la possibilità di vivere l’esperienza da detenuto? Il Karosta Prison è un ostello ricavato da un’ex galera lettone, che è rimasta uguale nel tempo. Le camere si trovano all’interno delle celle e hanno tutte il bagno in comune. La struttura offre vari tipi di esperienze: è possibile vivere 24 ore di prigionia, dove si svolgono tutti i riti tipici della prigionia russa durante la guerra fredda, c’è la fuga da Karosta, una prova per i prigionieri di astuzia e bravura in cui dovranno fare a gara a chi riuscirà ad evadere dalla vecchia prigione ed esistono anche pacchetti per addii al celibato/nubilato, matrimoni e viaggi di nozze.
    Inoltre il personale dell’esercizio è vestito con le divise dei poliziotti e militari dell’epoca e sono stati esposti e conservati tutti i reperti del carcere, che è possibile visionare attraverso la visita guidata del carcere.
  • SEAVENTURES DIVE RESORT, PALAU SIPADAN MALESIA. Se ami immergerti e assistere ai paesaggi subacquei, questo hotel è perfetto per te. Costruita in stile palafitta sull’acqua, è una stazione per il diving circondati dalla splendida barriera corallina, guidati da istruttori professionisti. La struttura non è totalmente un resort a cinque stelle, ma offre camere funzionali e pulite, colazione abbondante e avrete la sensazione di trovarvi su una grossa barca da crociera. Il personale cordiale sarà pronto ad indicarvi la migliore esperienza o corso da effettuare e se avrete bisogno di spostarvi verso Mabul. La formula è questa: Mangiare. Dormire. Immersioni. Ripetere.
  • LIBRARY HOTEL, NEW YORK. Situato accanto al Grand Central Terminal e Bryant Park, questo boutique hotel ha 10 piani e si trova all’interno di un’antica libreria americana. Infatti ogni piano è dedicato ad un argomento di lettura:
    • Scienze sociali
    • Letteratura
    • Lingue
    • Storia
    • Matematica & Scienze
    • Cultura generale
    • Tecnologia
    • Filosofia
    • Le Arti
    • Religione

    All’interno delle camere troverete opere d’arte e libri inerenti all’argomento. Inoltre all’interno troverete un elegante ristorante e un cocktail bar, il Poetry Garden, noto per i suoi cocktail d’ispirazione letteraria con vista sulla città.   

Il Giappone è un concentrato di meraviglie moderne e antiche che creano paesaggi memorabili e scenari urbani.

Se non ci siete mai stati, sappiate che le cose da vedere e fare sono infinite, dai grattacieli maestosi ai templi secolare, dallo skyline della capitale fino ai parchi naturali che si susseguono sulle montagne.

Il Paese del Sol Levante, oltre a questo, ha la peculiarità di seguire una serie di regole del buon senso, per evitare di attirare la cattiva sorte.

In questo articolo ve ne elenchiamo alcune:

  1. NON LEGGERE MAI QUESTI NUMERI INSIEME! – In Italia, il 17 è considerato portatore di sfortuna, mentre in Giappone sono il 4 e il 9 a portarla. Questo avviene perché leggendoli insieme, rispettivamente shi e ku, in giapponese significa morte dolorosa.   
  2. HINAMATSURI, LA FESTA DELLE BAMBOLE. – Dedicata alle ragazze, si celebra ogni anno il 3 marzo e superato questo giorno è obbligatorio togliere tutte le bambole inerenti ai festeggiamenti perché si corre il rischio che la più giovane della casa non si sposi.   
  3. SE LO VEDI LA MATTINA, SORRIDI! – Siamo abituati che il ragno porta guadagno, ma non in Giappone. Se lo vedi di sera porta male, ma se lo avvisti di mattina è vietato ucciderlo, perché porta buone notizie! 
  4. IL RIPOSINO POTREBBE DIVENTARE UN PO’ AGRICOLO! – Stando alle credenze popolari, se ti addormenti subito dopo aver mangiato corri rischio di trasformarsi in una mucca!
  5. ATTENZIONE A COME USI LE BACCHETTE – Non devono essere mai infilate direttamente nel riso perché questa pratica si utilizza solo durante i funerali per ricordare il defunto. Questa sfortuna aumenta in maniera vertiginosa se queste si rompono durante il pasto. Prima di mangiare, assicuratevi di utilizzare le bacchette nel modo corretto! 
  6. UN BUON TE’ GALLEGGIA! –  E’ un evento estremamente raro, quando versando il tè nella tazza resta un pezzetto di foglia che galleggia verticalmente si dice che porti molta fortuna.
  7. OCCHIO ALLA GETA! – I geta (下駄?) sono dei sandali tradizionali giapponesi a metà tra gli zoccoli e le infradito. Se per caso, inavvertitamente, vi si rompesse il laccetto dei sandali giapponesi è presagio di sfortuna imminente!

 

Ora hai qualche informazione in più per il tuo viaggio in Giappone!

Buona Fortuna! がんばって!

La Wanderlust è un concetto psicologico che si riferisce al desiderio di andare altrove o di viaggiare. Indica il desiderio di andare altrove, di cercare altro, di andare oltre il proprio mondo.

La parola ha origine da wandern ovvero vagare e Lust ovvero desiderio.

Può riferirsi a un’intensa voglia di autosviluppo personale attraverso la scoperta dell’ignoto, delle sfide impreviste e conoscendo nuove culture. Oppure può riferirsi al desiderio di fuggire e lasciarsi dietro dei sentimenti negativi.

 

I sintomi di questa sindrome possono essere:

  • La nostalgia dei viaggi passati – Ti capita durante il giorno di perderti nel ricordo di quel viaggio che ti ha fatto sentire vivo e ti dava felicità? Quando sei con amici molti dei tuoi racconti riguardano viaggi passati? Ti ricordi tutte le parole imparate in giro per il mondo? Questo è il primo sintomo del Wanderlust.

 

  • Sei felice davvero, solo quando viaggi – La tua vita ti sembra sbiadita nella routine, ma quando sei in viaggio diventa di mille colori e sfumature? Se hai la sensazione di essere vivo davvero solo quando sei in viaggio, hai il secondo sintomo del Wanderlust!

 

  • Quando sei a casa non ti senti mai pienamente soddisfatto – L’insofferenza continua che ti attanaglia mentre sei a casa, giornate monotone e noiose, che si attenuano solo quando ti ritrovi con la testa fra le nuvole a fantasticare su luoghi lontani da esplorare.

 

I “malati” di Wanderlust hanno la necessità viscerale di scoprire nuovi posti, conoscere gente nuova, di viaggiare e di fare esperienze inconsuete.

Se hai avuto uno di questi sintomi, hai la sindrome di Wanderlust!

Se cerchi la cura, ce ne è una sola: VIAGGIARE!

 

Il Turismo Sostenibile è una filosofia ispirata allo sviluppo sostenibile e comprende tutte le forme di turismo rispettose dell’ambiente e attente al benessere delle popolazioni ospitanti.   

Il turismo responsabile rispondere ad alcuni requisiti, come:

  • Utilizzare in modo ottimale le risorse ambientali preservando i processi ecologici essenziali e contribuendo alla conservazione delle risorse naturali e della biodiversità.
  • Rispettare l’autenticità socio-culturale delle comunità ospitanti, conservare e contribuire alla tolleranza e alla comprensione interculturali.
  • Garantire attività economiche sostenibili a lungo termine fornendo vantaggi socio-economici equi, tra cui opportunità stabili di occupazione e di reddito, servizi sociali per le comunità ospitanti e contribuendo alla lotta contro la povertà.
  • Consentire al turista di vivere esperienze interessanti, pur sensibilizzandolo all’impatto che il suo viaggio ha nei confronti dei luoghi visitati.

Lo sviluppo sostenibile del turismo ha come obiettivo non solo la lotta agli sprechi e all’utilizzo di materiali inquinanti, ma azioni propositive che creano benessere e opportunità per il territorio e richiede un costante controllo dell’impatto che i viaggiatori hanno sulla popolazione e l’ambiente locale. 

Ci sono vari tipi di turismo sostenibile:

  • Turismo comunitario:  E’ una forma di turismo in cui l’accoglienza è interamente gestita dalle popolazioni locali.

  • Turismo Lento: Consiste nel scoprire una destinazione al proprio ritmo. Questo movimento è un vero e proprio stile di vita.

  • Turismo equo: Ispirato al commercio equo e solidale che consente una remunerazione più equa delle comunità locali.

  • Turismo partecipativo: Reinventa l’ospitalità facendo partecipare il viaggiatore in modo attivo alla vita locale.

  • Ecoturismo: Rispetta l’ambiente e il benessere delle persone, viene praticato esclusivamente nell’ambiente naturale e deve essere una fonte di finanziamento sostenibile per le comunità ospitanti.

  • Turismo solidale: Permette di creare un legame di solidarietà tra il viaggiatore e le popolazioni. Un contributo finanziario del viaggiatore o dell’operatore turistico viene devoluto a progetti di sviluppo locale.

  • Agroturismo: Si tratta del turismo sostenibile negli ambienti agricoli. Il suo obiettivo è quello di facilitare l’incontro con il produttore e di perpetuarne l’attività consentendogli di diversificarsi tra visite, degustazioni e attività ricreative.

  • Turismo umanitario: soggiorno etico e sostenibile, che partecipa al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali. Trasmettere conoscenze e contribuire allo sviluppo locale sono tutti compiti ai quali i turisti sono incoraggiati a partecipare.   

 

 

L’obiettivo di viaggiare e di promuovere una scelta green è quello di limitare l’inquinamento atmosferico, le emissioni di gas, valorizzare le risorse del territorio, proteggere la flora e la fauna del luogo.

 

La vacanza è il momento di svago e relax per eccellenza, ma per chi vive una situazione di disabilità o di disagio temporaneo che lo limita nella mobilità può trovarsi di fronti a più di un ostacolo che rende il “Turismo Inaccessibile“.

“Sogno di vedere persone con disabilità viaggiare e muoversi liberamente nel mondo, trovare ogni destinazione turistica accessibile […] entrare in una agenzia di viaggio, chiedere una vacanza per qualsiasi destinazione e ricevere come risposta: spiacenti, ma tutte le camere accessibili sono già prenotate per i prossimi mesi! Forse non potrò andare in vacanza ma sarei felice perché finalmente avremo un Turismo Per Tutti”.

Roberto Romeo – Presidente ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazione Andicappati Trasporti)

Il Turismo Accessibile può essere definito come l‘insieme dei prodotti e dei servizi di tutta la catena di servizi turistici che sono progettati per tutti e senza barriere, che consentono ai clienti con richieste particolari d’accesso, inclusa la mobilità, la vista, l’udito e la dimensione cognitiva, di fruire della vacanza e del tempo libero senza difficoltà né ostacoli in maniera indipendente e con equità e dignità attraverso la disponibilità di prodotti, servizi ed ambienti turistici universalmente studiati.

Conosciuto anche come Turismo per Tutti, Turismo inclusivo e Turismo senza barriere è impresa e non assistenza sociale, perché la persona con disabilità è un turista, un cliente e un ospite esattamente come gli altri.

Nel Mondo più di 1 miliardo di persone vivono con un handicap.

Le Nazioni Unite stimano che si arrivi a 2 miliardi considerando anche i familiari e gli assistenti.

Per rispondere alle richieste del turista con esigenze speciali, oltre ad eliminare le barriere architettoniche nelle singole strutture, occorre progettare un sistema ospitale che permetta di vivere un’esperienza completa di vacanza.

Cosa deve avere un servizio o una struttura per essere accessibili?

  • Quando risulta accessibile l’informazione relativa quindi facilmente reperibile, comprensibile ed efficace.
  • Quando sono facilmente raggiungibili e interamente fruibili una volta raggiunti.
  • Quando il personale che vi opera è preparato a rispondere ai vari tipi di esigenze.
  • Quando sono inseriti in una “rete” accessibile (alberghi, mezzi di trasporto, ristoranti, luoghi d’interesse nei dintorni).

L’obiettivo del Turismo per Tutti è quello di permettere a tutte le persone di vivere un’esperienza di viaggio in modo il più possibile indipendente e con l’opportunità di conoscere nuove realtà.

Mira a rimuovere qualsiasi barriera culturale, architettoniche e di comunicazione e ad offrire esperienze di qualità superiore per l’intera società.

Dimentichiamoci dei luoghi di partenza, arrivo o passaggio.

Nel futuro ci aspettano gli aeroporti come destinazioni turistiche e di intrattenimento.

Questa evoluzione viene portata avanti da tre architetti ( Terence Young, Andy Bell e Pat Askew) attualmente impegnati nella riconversione e trasformazione di alcuni tra i principali scali degli USA.

Stando a loro nei prossimi 20 anni gli aeroporti diventeranno un posto dove le persone vorranno rimanere piuttosto che un posto dove recarsi per poter viaggiare. La chiave è ricreare luoghi di aggregazione simili a dei centri storici.

L’aeroporto di Singapore ha inaugurato di recente un’area zen decorata da un motivo ricorrente di un’orchidea che rappresenta il fiore simbolo nazionale.

Ad Abu Dhabi, oltre al tetto che richiama le dune del deserto, troverete una galleria d’arte contornata da boutique di lusso.

Il The Economist ha definito l’insieme degli aeroporti internazionali e della loro popolazione come il “Sesto Continente” in quanto multietnico, variegato, cosmopolita e iperconnesso.